Vi è mai capitato di guardare qualcuno e chiedervi cosa gli passa per la testa?
Vi è mai capitato di lavorare con un/una collega o un capo dispotico, autoritario, ipercritico, focalizzato sui problemi e non sulle soluzioni, geloso/a, invidioso/a, insomma molto arrabbiato/a?
A me è capitato! Sono stata per molti anni una “portatrice sana di rabbia repressa” e per questo motivo, a metà degli anni ‘90, ho iniziato un percorso di consapevolezza che mi potesse guidare a riconoscere, incanalare e guidare le mie emozioni. A quel tempo non sapevo che Daniel Goleman aveva appena pubblicato il suo primo libro sull’intelligenza emotiva e non sapevo neppure che, a distanza di qualche anno, mi sarei certificata Coach Six Seconds Intelligenza Emotiva.
E’ consuetudine etichettare le emozioni in base a ciò che proviamo, sono buone quelle che ci fanno provare gioia, felicità, piacere, sono cattive quelle che ci provocano tristezza, disgusto, paura o rabbia. In realtà non è così, non ci sono emozioni positive o negative ma sensazioni corporee di felicità e apertura o di paura e rabbia che ci bloccano o ci fanno reagire qualche volta in modo spropositato.
Se chiedete a una persona arrabbiata come avverte la rabbia descriverà uno stato di tensione all’interno del corpo, una contrazione allo stomaco, caldo o freddo improvviso, tachicardia, sudore e molto altro. Questa è solo una descrizione di ciò che accade all’interno della mente e del corpo, ma sotto la rabbia c’è sempre un sentimento nascosto e taciuto, per esempio una delusione, una insicurezza, un disagio, paura di non essere all’altezza della situazione, di essere giudicati, rifiutati o derisi.
La rabbia non è cattiva ma è l’emozione della giustizia e dell’azione. Se viene trasformata e usata positivamente come Gandhi o Martin Luther King può cambiare il mondo; al contrario se si soffoca e si respinge diventa tossica e può influire sia sulla salute fisica che mentale delle persone.
Il film Inside Out mette in luce, nel finale, quanto sia importante ascoltare e comunicare le proprie emozioni. E’ grazie all’alleanza di Tristezza e Gioia prima e di Rabbia, Disgusto e Paura poi, che Riley ritrova equilibrio e serenità.
Cosa bisogna fare per domare e guidare la propria e altrui rabbia?
- Imparare a collegarsi con il proprio respiro è il primo passo per ascoltarsi e comprendere che cosa sta dicendo il corpo, quale emozione o sentimento si sta reprimendo. Una corretta respirazione lenta con la pancia aiuta a far defluire ansia, stress e tutte le emozioni trattenute anche da molto tempo.
- Evitare di rispondere con la stessa rabbia e collera di chi ci sta di fronte, ma rispondere in tono deciso facendo capire che non si è disposti ad accettare un simile comportamento.
- Se la situazione lo permette assumere un atteggiamento sereno di apertura facendo comprendere che si è disponibili ad ascoltare le ragioni per le quali si è avuto un tale comportamento.